Il luppolo è innanzitutto una pianta a fiore che appartiene alla famiglia delle Cannabaceae ed ha una radice dalla quale si ramificano dei sottili fusti rampicanti che possono raggiungere l’altezza di sette metri. Toccandolo con le mani risulta ruvido nella parte superiore e resinoso nella parte inferiore. La fioritura avviene in estate, mentre l’impollinazione, con successiva maturazione dei semi avviene all’inizio della stagione autunnale.
Il luppolo è una pianta che preferisce ambienti freschi, terreni ben lavorati e fertili. La sua coltivazione è stata introdotta in Germania a partire dall’ottocento dopo Cristo, mentre nella penisola italiana è arrivato mille anni dopo.
Ne esiste anche una varietà selvatica, molto diffusa nell’Italia settentrionale, che cresce prevalentemente sulle rive dei corsi d’acqua, nelle siepi, negli ambienti boschivi, in pianura ed in condizioni climatiche favorevoli, anche in montagna fino a 1.200 metri di altitudine.
Ecco quali sono le fasi principali della coltivazione del luppolo, attività che non richiede particolari competenze ed è quindi alla portata di tutti
Piantagione
Il luppolo si espande partendo dalla sua grande radice, che si chiama rizoma, da dove partono tutti i suoi fusti rampicanti. Quindi, la prima fase della coltivazione del luppolo è procurarsi i rizomi, ricavandoli da piante già esistenti oppure acquistandoli all’estero, che è la soluzione consigliabile. Dopodiché è necessario preparare il terreno, che pur non dovendo essere necessariamente ricco di sostanze nutritive, deve avere una buona esposizione al sole ed ai ricicli d’aria, dev’essere riparato dai forti venti e deve avere un buon drenaggio.
Quando si ha a disposizione il terreno giusto si può procedere alla piantagione dei rizomi, che solitamente avviene nel periodo primaverile e consiste nell’interrarli uno per uno in un collinette di terra a circa dieci centimetri di profondità. Attorno ad esse è consigliabile depositare paglia, foglie secche o corteccia di pino sminuzzata per ridurre l’evaporazione dell’acqua dal terreno.
Siccome il rizoma si estende molto in altezza, vicino ad esso è necessario avere una struttura in grado di sostenerlo e favorire la crescita. È possibile sfruttare recinzioni, pali o reti preesistenti, oppure collocarne di nuovi, molto grandi, idonei allo scopo, attorno ai quali la pianta si avvolgerà crescendo. Durante il primo anno la pianta dovrebbe arrivare ad un’altezza massima di un metro e mezzo, non producendo molti luppoli. Le prime soddisfazioni dovrebbero arrivare a partire dal secondo anno.
Raccolta
Dopo il periodo della fioritura che avviene in primavera/estate, il luppolo, a seconda della varietà e della zona geografica dove viene coltivato, dovrebbe essere pronto per la raccolta tra agosto e settembre. Per capire quando i coni di luppolo sono maturi, e quindi pronti per essere raccolti devono presentarsi di colore verde chiaro tendente al bruno sul fondo, devono essere asciutti, della stessa consistenza della carta e devono avere un odore ben marcato. Se la raccolta avviene in più fasi, bisogna staccare le piante dai sostegni durante l’ultima fase, se invece avviene tutta in una volta questa operazione deve essere fatta subito.
Essiccazione
Prima di essere utilizzati per la produzione di birra, i coni di luppolo devono subire un processo di essiccazione che permetta loro di perdere buona parte della loro umidità, mantenendone solamente una percentuale inferiore al 20%. La durata dipende dall’umidità iniziale e dalla temperatura a cui viene svolto questo processo, ma solitamente dura due o tre giorni. Dopodiché il luppolo va conservato sottovuoto in frigorifero, fino al momento dell’utilizzo.